Tempio di Haeinsa
(Corea del Sud)

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1995

 Video

    

Haeinsa, letteralmente "tempio della riflessione su un mare calmo", è uno dei più antichi templi buddhisti della Corea del Sud. Esso è famoso per ospitare le cosiddette Tripitaka Koreana, cioè l'intera collezione di 81.258 tavolette in legno con le Scritture Buddhiste, presenti qui fin dal 1398.

Haeinsa è uno dei tre templi-gioielli del Buddhismo, insieme a quelli di Tongdosa e Songgwangsa: di questi il primo rappresenta il dharma, il secondo il Buddha e il terzo il sangha. Haeinsa si trova sul monte Gayasan, nella provincia del South Gyeongsang, ed è tuttora un attivo centro di insegnamenti Zen.

Il tempio venne costruito nell'802. Secondo la leggenda, due monaci di ritorno dalla Cina, di nome Suneung e Ijeong, riuscirono a guarire la moglie del re Aejang dalla sua malattia; in segno di ringraziamento, il sovrano ordinò la costruzione del tempio in onore di Buddha. Secondo invece il racconto di Choe Chi-Won (del 900), Suneung e il suo discepolo Ijeong convertirono la regina madre al Buddhismo e ottennero da lei i finanziamenti per la costruzione del tempio.

Il complesso di cui Haeinsa fa parte venne rinnovato più volte: nel X secolo, nel 1488, nel 1622 e nel 1648. Nel 1817 venne distrutto da un incendio e la sala principale venne ricostruita già l'anno seguente. Durante un nuovo restauro nel 1964 vennero scoperte una veste cerimoniale del re Gwanghaegun e un'iscrizione su di una trave in rilievo.  

Il tempio contiene notevoli tesori dell'arte, compresi dipinti buddhisti, pagode in pietra, lanterne e una realistica statua lignea rappresentante un monaco.

La sala principale, Daejeokkwangjeon (la "Sala del grande silenzio e della luce") è insolita poiché è dedicata a Vairocana, mentre la maggior parte dei templi coreani sono dedicati a Seokgamoni.

Il complesso più importante, comunque, è quello detto Janggyeong Panjeon, in cui sono conservate le tavolette in legno Tripitaka Koreana, uno dei più grandi depositi in legno del mondo. Le sale del complesso non furono danneggiate durante l'invasione giapponese del XVI secolo e non vennero toccate dal devastante incendio del 1818 che bruciò la maggior parte del tempio. Complessivamente, le tavolette hanno attraversato i secoli resistendo a sette incendi e scampando ad un bombardamento durante la guerra di Corea, quando un pilota d'aereo disobbedì deliberatamente agli ordini perché ricordava che il tempio ospitava un tesoro inestimabile.

Janggyeong Panjeon è la parte più antica del tempio. Benché non si sappia con esattezza quando venne costruito, con ogni probabilità venne espanso e rinnovato nel 1457 dal re Sejo. 

Il complesso è costituito di quattro sale disposte a rettangolo; la sala settentrionale è chiamata Beopbojeon ("sala del dharma"), mentre la sala meridionale è chiamata Sudarajang ("sala del Sutras"): queste due sale principali sono lunghe 60,44 metri , larghe 8,73 e alte 7,8 metri . Entrambe hanno 15 stanze. Le due sale orientale e occidentale sono più piccole e sono utilizzate come librerie.  

Haeinsa6.jpg (370693 byte)  Haeinsa7.jpg (513968 byte)  Haeinsa8.jpg (285687 byte)

Haeinsa9.jpg (344672 byte)  Haeinsa10.jpg (204192 byte)  Haeinsa11.jpg (253298 byte)

Per assicurare la conservazione delle tavolette sono state utilizzate dai costruttori numerosi ingegnosi espedienti. Innanzitutto il magazzino è costruito nel punto più alto del complesso del tempio, a 655 metri sul livello del mare; poi il Janggyeong Panjeon si affaccia verso sudovest per evitare di essere investito dai venti umidi provenienti da sudest, sfruttando al contempo i vicini picchi montuosi per ripararsi dai gelidi venti settentrionali. 

Nelle due sale principali vennero aperte delle finestre di diverse dimensioni, per facilitare la ventilazione sfruttando i principi dell'idrodinamica; le finestre vennero installate in ogni sala per massimizzare la ventilazione e moderare la temperatura.  

I pavimenti d'argilla vennero cosparsi di carbone, ossido di calcio, sale, calce e sabbia, per assorbire l'umidità durante i periodi di pioggia e trattenerla durante i mesi invernali. 

Anche il tetto è fatto di argilla, con travi e appendici in legno che servono ad impedire repentini cambi di temperatura. Inoltre nessuna parte del tempio si trova in ombra. Pare che gli insetti e gli uccelli evitino completamente di entrare in queste sale, ma la ragione per cui questo accada è sconosciuta.

Tutti questi accorgimenti sono largamente considerati la ragione principale per cui le tavolette sono sopravvissute fino a noi in un superbo stato di conservazione. Nel 1970 venne costruito un magazzino che utilizzava moderne tecniche di conservazione, ma quando su alcune tavolette utilizzate come prova venne trovata della muffa l'idea fu abbandonata; le Tripitaka Koreana sono tuttora conservate nel tempio di Haeinsa.

I Tripitaka Koreana sono una collezione di tripitaka (Scritture buddhiste) composta da 81.340 tavolette in legno risalenti al XIII secolo. Si tratta del più antico e completo canone buddhista del mondo, in cui non è stato trovato alcun errore negli oltre 52 milioni di caratteri cinesi organizzati in 6.568 volumi e 1.496 titoli. Ogni tavoletta è lunga 24 centimetri e larga 70, mentre lo spessore varia fra i 2,6 e i 4 centimetri e il peso fra i 3 e i 4 chili.

L'intera collezione è conservata nel Tempio di Haeinsa, un tempio buddhista che si trova nella provincia sudcoreana di South Gyeongsang. Le tavolette furono scolpite a cominciare dal 1087, quando la penisola coreana venne invasa dai Khitan. L'atto dello scolpire le Scritture buddhiste era considerato un modo per invocare l'aiuto di Buddha e cambiare le sorti della guerra.

Le tavolette originali vennero quasi completamente distrutte durante l'invasione mongola della Corea nel 1232, quando la capitale del regno venne spostata sull'isola di Ganghwa per quasi 30 anni per resistere meglio agli attacchi mongoli. Una volta tornata la calma, il re Gojong ordinò che i Tripitaka venissero riscolpiti dall'inizio, un lavoro che durò 16 anni fra il 1236 e il 1251. Nel 1398 le tavolette vennero spostate nel Tempio di Haeinsa, dove sono tuttora conservate in quattro edifici. Il tempio, anche grazie a questo inestimabile tesoro, è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

Il valore storico dei Tripitaka Koreana deriva dal fatto di essere la collezione più completa ed accurata di trattati, leggi e Scritture buddhiste. I compilatori della versione coreana incorporarono altre antiche versioni e vi aggiunsero altre versioni scritte da rispettabili monaci. La qualità delle incisioni su tutte le tavolette è attribuita al Precettore nazionale Sugi, che le controllò attentamente in cerca del più piccolo errore. Proprio per la loro accuratezza, sulle Tripitaka Koreana sono basate le versioni giapponesi, cinesi e di Taiwan.

Ogni tavoletta è costituito di legno di betulla proveniente dalle isole meridionali della Corea, trattato per evitarne il decadimento: vennero lasciate nell'acqua di mare per tre anni, poi tagliate e successivamente bollite in acqua salata. Dopo di ciò, le tavolette vennero messe all'ombra ed esposte al vento per altri 3 anni e solo allora erano considerate pronte per essere scolpite. Una volta scolpita ogni tavoletta veniva ricoperta di uno strato velenoso per tenerne lontani gli insetti e incorniciata con del metallo per evitarne la deformazione.

Su ogni tavoletta venivano scolpite 23 righe di testo, contenente 14 caratteri per riga, per un totale di 644 caratteri considerando entrambi i lati. Lo stile calligrafico utilizzato deriva dalla dinastia cinese Song, dal calligrafo Ou-yang Hsun, una delle ragioni per cui anche il valore estetico (oltre che storico e religioso) dei Tripitaka Koreana è considerato enorme. A causa dell'uniformità dello stile e per alcune fonti storiche, si credeva che un solo uomo fosse l'artefice di tutte le iscrizioni in tutte le tavolette, ma oggi si è più portati a credere che la collezione sia opera di un gruppo di una trentina di persone.