Vila
Rica do Ouro Preto è una città dello stato di Minas
Gerais; in passato città mineraria
situata fra le montagne
della Serra do Espinhaço, oggi Ouro Preto è stata inserita nell'elenco
dei Patrimoni dell'umanità
dell'UNESCO a causa
delle sue numerose e storiche chiese
barocche. La città è
stato il primo sito brasiliano ad essere inserito in questa lista, fin
dal 1980.
Ouro
Preto venne fondata alla fine del XVII
secolo e divenne rapidamente il punto focale della corsa
all'oro brasiliana del XVIII
secolo (Ouro Preto significa letteralmente Oro Nero).
La
città ha un'architettura
coloniale splendidamente
conservata, con chiese in cui abbondano le decorazioni auree e lavori dell'architetto e scultore
brasiliano Aleijadinho.
In epoca coloniale le arti vennero particolarmente curate e sviluppate,
grazie anche alla presenza di artisti come il pittore
Mestre Athayde, compositori
come la famiglia Lobo de Mesquita, poeti
come Thomas Gonzaga.

Dalla fine del XVII secolo una marea
umana, proveniente dal Portogallo e dalla fascia costiera già
colonizzata, si riversò a Ouro Prêto, ill nuovo Eldorado nel quale
ogni giorno venivano scoperti giacimenti d’oro e di diamanti.
L’afflusso raggiunse una tale intensità che in meno di un quarto di
secolo il Portogallo arrivò a perdere quasi la metà dei suoi abitanti
e il governo pose dei limiti all’emigrazione, che diminuì solo con
l’esaurimento delle miniere.
L'interno
del Brasile era frequentato solo da avventurieri meticci che dal loro
quartiere generale di San Paolo organizzavano battute alla ricerca di
smeraldi e di Indios da vendere come schiavi. Le cose cambiarono nel
1690, quando furono scoperte pepite d'oro purissimo (il cosiddetto
"oro nero", che può raggiungere i 23 carati) nella sabbia di
un fiume che fu battezzato Ouro Prèto ("oro nero").
Successivamente, il nome sarebbe stato ereditato da una città, la prima
capitale del futuro Stato di Minas Gerais, nata in seguito alla
"febbre dell'oro" che scosse la società portoghese del Nuovo
Mondo.
Mentre la madrepatria si spopolava,
nella regione del Minas Gerais sorgevano una dopo l'altra città giovani
e vigorose, molto lontane dalla rigida stratificazione sociale delle
colonie della costa. Bianchi, meticci e neri, avventurieri e
commercianti, ex schiavi e nuovi ricchi formavano una comunità nella
quale non vi era altra aristocrazia se non quella stabilita dalla
ricchezza.
Nuovo centro di potere economico, il
Minas Gerais diventò anche uno dei principali centri artistici del
Brasile, sottraendo il primato alle città costiere e sviluppando una
variante del barocco, l'"architettura mineraria", che ebbe il
suo principale centro nella futura città di Ouro Prêto, all'epoca
denominata ancora Vila Rica di Albuquerque.
Ufficialmente la città fu fondata il
15 dicembre del 1712, ma in realtà esisteva da molto tempo, sotto forma
di un insieme di accampamenti minerari (arraiais) situati lungo la valle
del fiume Funil, tra le catene montuose di Ouro Prèto e di Itacolami.

La struttura urbana di Ouro Prêto
rivela la sua origine spontanea e l'assenza di una pianificazione.
L'antico sentiero parallelo al fiume che collegava tra loro gli
accampamenti minerari divenne l'asse longitudinale della città, dando
origine, nella sua intersezione con un asse trasversale minore, alla
piazza principale, oggi Piazza Tiradentes, nella quale sono ubicati gli
edifici che un tempo rappresentavano il potere civile: la Residenza dei
Governatori, l'attuale Scuola mineraria, la Casa della Camera e il
Carcere. Sorto intorno a questo nucleo principale, il centro storico è
formato da strade strette che risalgono le pendici della montagna, lungo
le quali sono allineate case a uno o due piani, con muri dipinti a calce
e architravi colorati, talvolta decorate con balconate curve a
ringhiera. 
Il centro urbano è caratterizzato da
numerose chiese, le cui torri e campanili si stagliano sulla distesa di
tegole che copre le falde del Monte Itacolami. Proprio queste chiese
formano il complesso artistico più pregevole di Ouro Prêto: in esse il
barocco minerario rivela una fisionomia propria, più vicino al rococò
che allo stile dell'architettura brasiliana dell'epoca. Le differenze
derivano in gran parte da una circostanza apparentemente estranea
all'ambito artistico.
In seguito a un decreto di Giovanni V
del Portogallo, che nel 1711 aveva proibito l'insediamento di ordini
religiosi nel territorio del Minas Gerais, la religione rimase un affare
esclusivo delle parrocchie, delle confraternite e delle congregazioni
che, per questo, si svilupparono e prosperarono enormemente. Ci furono
confraternite di neri, di bianchi o miste; e tutte quante edificarono
chiese che, gareggiando fra loro in bellezza, conferirono un'impronta
caratteristica all'arte della regione.

Dal punto di vista architettonico
l'erezione, al posto dei grandi e tradizionali complessi conventuali,
delle isolate chiese delle confraternite ebbe due importanti
conseguenze: da un lato, la rivalità fra le confraternite fece nascere
un barocco decisamente più sontuoso e ricco di quello delle altre
regioni; dall'altro, il fatto che si trattasse di chiese isolate permise
di progettarle con forme agili, interamente costruite sui ritmi curvi.
È il caso della chiesa del Rosario,
costruita da una confraternita di neri (pare grazie alla polvere d'oro
che gli schiavi riuscivano a nascondere tra i capelli). Il progetto è
di Antonio Pereira de Sousa e la facciata di Francisco Arujo. Influenze
italiane e centroeuropee sembrano essere all'origine di quest'opera
unica, con pianta a doppia ellisse e facciata curva incastrata fra due
torri cilindriche.
Un altro capolavoro è la chiesa di
San Francesco d'Assisi, tradizionalmente attribuita al genio di Antonio
Francisco Lisboa. Anche se nella chiesa figura solo come autore
dell'altare, l'impronta inconfondibile di Antonio Francisco Lisboa si
nota in tutto il complesso, dominato da una facciata con torri circolari
arretrate e frontone diviso, in linea con il migliore rococò europeo.

Ouro
Preto è un'importante città universitaria:
l'Universidade Federal de Ouro Preto conta circa 8.000 studenti. Molti
di questi studenti vivono in quelle che si chiamano "repúblicas",
case per studenti di cui 66 sono di proprietà diretta dell'università
e centinaia sono private.
Le
repúblicas di Ouro Preto sono un'usanza che non si riscontra nel resto
del Brasile; esse sono
simili alle sistemazioni delle università portoghesi (come quelle di Coimbra)
e probabilmente la tradizione proviene da esse. Ogni república ha la
sua propria storia, diversa da quella delle altre: in alcune le
matricole, chiamate "bixos" (nome che proviene dal portoghese
"bichos", cioè "animali") devono sottostare ad un
periodo in cui vengono sottoposti a scherzi di ogni genere, chiamato
"batalha" (cioè "battaglia"), prima di essere
ammessi come membri effettivi delle repúblicas.