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Posto
su di un terrazzo strutturale che
sovrasta l'alto Lago di Garda,
fa parte de I borghi più belli
d'Italia. L'altitudine
del comune è compresa fra i 65 m e
i 1976 m s.l.m. La frazione
capoluogo del municipio, Pieve, si
trova ad un'altezza di 414 m s.l.m.
mentre Vesio, la frazione più
abitata secondo il censimento del
2001, si trova invece a 626 m s.l.m.
Tra le altre frazioni, Campione
del Garda è quella che si
trova all'altitudine più bassa, 65
m s.l.m. mentre Campi è quella
situata più in alto (691 m s.l.m.).
Il
nome Tremosine indica
anche un'ampia zona all'interno del parco
regionale dell'Alto Garda Bresciano,
istituito nel 1989. È tra i più
ampi comuni della Provincia di
Brescia.
Nel
territorio comunale sono presenti
profonde vallate che caratterizzano
la zona, tra cui la Valle del San
Michele. Campione è l'unica
frazione ad affacciarsi sul Lago
di Garda.
Il
toponimo è attestato fin dal 1185 dato
che compare sulla bolla
d'investitura dei beni che papa
Urbano III emanò a favore
dell'arciprete Martino. Secondo
Mazza (1986) potrebbe derivare
dall'etrusco Tremusina.
Una
seconda teoria, riportata ancora
dallo stesso Mazza, sostiene che
esso derivi da tramoggia,
ovvero "misura di tre moggi"
per la conformazione del territorio.

Le
prime informazioni certe di presenza
umana risalgono al neolitico: una
stazione preistorica fu rinvenuta
dal geologo Arturo Cozzaglio in
località Pieve e altri oggetti
furono scoperti a Lis, a Calvarice e
a Castello.
Vi
sono inoltre testimonianze di
insediamenti in epoca etrusca: una
lapide bilingue etrusco-cenomano del I
secolo d.C. - per anni murata
presso il campanile della chiesa di
Voltino e trasferita dal 1857 presso
il museo civico ora di Santa
Giulia - è di discussa
traduzione.
In
età romana, secondo Scalmana
(2001), i ricchi cittadini romani
possedevano ville e campi in zona,
dove si facevano anche costruire
decorose tombe con epitaffio.
Secondo Mazza (1986) le lapide
classificate risultano essere
quindici; inoltre nel territorio di
Tremosine vennero rinvenuti anche
corredi funerari, tra cui monete in
bronzo del periodo 160-180 in una
sepoltura in località Ustecchio.
Da
una lapide scoperta nel Settecento è
attestata la presenza di un culto al
dio Bergimo: secondo Mazza
(1986) sopra la sua ara sorse la
prima pieve cristiana che
fu sostituita da una chiesetta
gotica nel XII secolo.
Nel 1185 risulta
che l'arciprete Martino, il primo di
cui si abbia testimonianza scritta,
si recò al conclave di Verona per
l'elezione di papa Urbano III il
quale lo investi dei beni in
Tremosine. Nel 1275 è
attestato che l'arciprete Bonapace
partecipò all'elezione vescovile di
Berardo Maggi, risultandone decimo
nell'ordine di congresso.
Per
Tremosine il titolo di Comune è
attestato per la prima volta in un
atto del 12 maggio 1268.
Nel
1283, in mezzo alle lotte fra i Visconti e
i Della Scala per il
controllo del territorio bresciano,
risulta che la comunità si diede al
vescovo di Trento. L'anno seguente,
dopo una guerra fra la repubblica
comunale di Brescia e il vescovo
trentino, la zona di Tremosine,
Limone e Tignale tornò ad essere
soggetta al capoluogo cidneo.
Nel 1330,
il signore di Brescia Giovanni di
Boemia vendette il feudo di
Tremosine a Federico Castelbarco per
15 000 Fiorini. Tre anni dopo,
la caduta del boemo per mano dei
Della Scala comportò anche la
decadenza dei Castelbarco.
In
seguito, Tremosine si legò alla Magnifica
patria della Riviera e passò
alla Repubblica di Venezia nel
1426.

A
partire dagli atti del Cinquecento presenti
nell'archivio comunale, risulta che
il comune fosse suddiviso in quattro
quadre, denominate Pieve, Sermerio,
Vesio e Voltino, a loro volta
organizzate in vicinie con
un proprio podestà. La vicinia del
comune era anche chiamata pubblico e
generale comune: era affiancata da
un consiglio di dodici persone e,
dal 1586, da un'adiuncta di otto
persone. Tuttavia, quest'ultimo
organo sparì successivamente a
seguito di mutamenti
nell'organizzazione. Il console era
estratto a sorte tra i consiglieri:
la sua carica durava un mese, aveva
autorità giudiziarie e il potere di
convocare la vicinia. La carica di
sindaco risulta citata per la prima
volta nel 1664 e aveva il compito
sia di presiedere la vicinia, sia di
controllare l'esecuzione delle
deliberazioni. Altri ruoli previsti
da atti e statuti erano quelli del
camparo, dell'estimatore e del
cancelliere.
Secondo
quanto riportato da Giovanni Da
Lezze nel suo Catastico
bresciano del 1610, Trimosino faceva
parte della quadra di Gargnano.
Pochi anni dopo, il comune fu
colpito dalla peste del 1630;
le testimonianze del tempo riportano
600 vittime. All'inizio del XVIII
secolo, le varie comunità furono
devastate e razziate dalle milizie
francesi durante la guerra di
successione spagnola.
Nel 1750,
la chiesa di Vesio ottenne
l'autonomia parrocchiale,
staccandosi da quella di Pieve, dopo
170 anni di discussioni e di lotte
anche cruente.
A
seguito dell'occupazione delle
truppe francesi del bresciano
(maggio 1796) e della
proclamazione della repubblica
Bresciana (marzo 1797), Tremosine fu
assegnata al cantone del Benaco.
Il trattato di Campoformio (ottobre
1797) definì il confine tra la repubblica
Cisalpina e l'Arciducato
d'Austria presso il passo di
Nota.
Nel 1805,
il comune risulta appartenere al Dipartimento
del Mella del napoleonico
regno d'Italia. Dal punto di vista
organizzativo fu definito comune di
seconda classe e assegnato al
distretto IV di Salò.
Nel 1810,
il vicino comune di Limone su
soppresso e il suo territorio fu
assegnato a Tremosine.
Dopo
il congresso di Vienna,
Tremosine fu privato del territorio
di Limone, che riacquistò
l'autonomia municipale, e fu
assegnato alla provincia di Brescia del regno
Lombardo-Veneto, retto dagli Asburgo
d'Austria. Nel 1816 fu
assegnato al distretto XV di Gargnano.
Nel 1848, Carlo
Pisacane guidò la 5ª
Compagnia Cacciatori dei Corpi
Volontari Lombardi presso il
passo di Nota di Tremosine,
scontrandosi con le truppe
austriache e venendo ferito il 27
giugno. L'anno seguente, dopo che Haynau decise
di multare i comuni bresciani di 500
lire per ogni disertore non
consegnato, a Tremosine fu raccolta
una banda di essi che emigrò in
Piemonte.
Tremosine
dovette attendere gli esiti del
trattato di Zurigo prima di poter
passare sotto il controllo del Regno
di Sardegna (dal 1861,
Regno d'Italia). Il confine con
l'impero austriaco (dal 1866 austro-ungarico)
fu stabilito presso il passo di
Nota.
Dal
punto di vista amministrativo, il
comune fu assegnato al mandamento II
di Gargnano, appartenente al circondario
IV di Salò della nuova provincia
di Brescia.
Il
territorio comunale di Tremosine
venne intensamente fortificato dagli
italiani durante la prima
guerra mondiale, soprattutto a
partire dal 1917 quando la prima
Linea venne stabilizzata in Val
di Ledro. Il settore assunse
importanza particolarmente dopo la battaglia
di Caporetto, che portò il fronte
principale lungo il Piave e sul
Pasubio, a poche decine di
chilometri di distanza: uno
sfondamento lungo il gradiente del
Garda avrebbe infatti potuto portare
gli austriaci oltre Salò e
Desenzano, alle spalle del fronte e
senza ulteriori ostacoli verso le
zone industriali di Brescia e
Milano.
La
frazione di Vesio fu sede di una
delle Direzioni Lavori del Genio
Militare della Zona XV e presso
il Passo Nota fu installato il
Comando di Sottosettore IV Bis, del
quale individuano ancora le
strutture.
Le
dorsali montane furono oggetto di
intensi lavori difensivi: furono
costruite decine di chilometri di
mulattiere e di sentieri per
collegare i crinali fortificati. La
rete stradale montana e di
fondovalle di Tremosine è stata
costruita principalmente per scopi
militari dal Genio in
questo periodo: come la provinciale
38 che collega Tignale a Limone, la
strada in quota per il passo di Nota
e quella di fondovalle nell'alveo
del lago di Bondo.
Anche
il crinale più a nord (Dalvra,
Corno Nero, Corna Vecchia) fu
interamente fortificato e percorso
da strade. Furono realizzate linee
trincerate formate da centinaia di
tratti, supportate da ricoveri in
roccia, appostamenti e casematte in
caverna, postazioni per
mitragliatrici e lanciabombe, oltre
alle piazzole per le batterie di artiglieria.
Con
regio decreto 31 dicembre 1928, n.
3311, la frazione di Campione fu
staccata da Tignale per
essere assegnata a Tremosine.
Nel
1962 il paese di Tremosine divenne
noto in tutta Italia per un fatto di
cronaca nera: il giovane diciottenne
Giuseppe Rossi, poi noto come
"il mostro di Tremosine",
uccise a fucilate i genitori e la
sorellina mentre dormivano nella
loro abitazione.
A
seguito della legge regionale 7
novembre 2013, n. 12, il nome del
comune fu cambiato in Tremosine sul
Garda.
Terrazza
del Brivido
La
Terrazza del Brivido è uno dei
punti panoramici più famosi di
Tremosine sul Garda: amata da
escursionisti di ogni genere
costituisce una tappa irrinunciabile
per chi passa sul Lago di Garda.
Si
trova sopra l'abitato di Pieve, la
frazione più panoramica di tutto il
comune.
La
Terrazza del Brivido è
letteralmente sospesa a più di 350
metri di altezza: chi non soffre di
vertigini può avventurarsi sulla
piattaforma di cemento per ammirare
il lago e le curve della Gardesana
da una prospettiva davvero unica.
Da
qui si vede l’abitato di Campione,
i tornanti iniziali della Strada
della Forra che poi scompaiono tra i
flutti del Garda ed il canyon della
Val di Brasa.
Durante
le giornate limpide lo spettacolo
del Monte Baldo che si staglia tra
l’azzurro del cielo e il blu del
lago è assolutamente da non
perdere.
Questa
terrazza panoramica, costruita tra
gli anni '50 e gli anni '60, è di
proprietà dell'Hotel Paradiso che
oggi ne permette l'accesso al
pubblico. Da decenni è qui per
regalare un momento tanto romantico
quanto unico a tutti quelli che
visitano il meraviglioso borgo di
Pieve.
La
terrazza del Brivido è posta
circa alla stessa altezza della
famosissima terrazza panoramica Gran
Canyon Skywalk americana: anche
quest’ultima è sospesa nel vuoto,
ma risale solo al 2007!
Chiesa
di san Giovanni Battista
Parrocchiale
della frazione di Pieve, è un
edificio in stile gotico costruito
nel XII secolo sopra una
precedente pieve. La fabbrica è
stata rimaneggiata nel Cinquecento e
nel 1712.
L'interno
è ad una sola navata. Coro,
sagrestia e organo sono ornati da
intagli in noce dei Lucchni da
Castel Condini di inizio Settecento.
L'affresco è del XV secolo, mentre
la pala è un'opera del XVII secolo
frutto del lavoro di Giuliano
Glissenti da Vestone.
La
torre campanaria, a pianta quadrata,
è stata eretta nel X secolo e
rialzata in quello seguente.
Chiesa
di san Bartolomeo
Parrocchiale
della frazione di Vesio. La facciata
è dotata di un portico colonnato,
mentre all'interno si trovano un
organo di Gaetano Caligo e degli
scranni lignei intarsiati.
Trincee
della prima guerra mondiale
Le
postazioni costruite durante la prima
guerra mondiale sono ben
conservate e visitabili. Iniziano
dall'abitato di Pieve e proseguono
ininterrotte fino a Polzone, presso
la quale era presente uno
sbarramento trincerato allo scopo di
bloccare l'accesso in valle. Da lì
si può risalire sino alla Bocca
Cocca, dove le installazioni si
interrompono.
Altre
postazioni sono riconoscibili nelle
frazioni abitate di Pregasio, Nevese,
Secastello, Monte Nai e nelle loro
immediate vicinanze, anche in
posizioni a strapiombo sul lago
di Garda.
Il
versante orientale della valle di
Bondo è fortificato fino al Monte
Traversole, dove la linea si
congiunge allo sbarramento
principale lungo la direttrice Passo
Tremalzo - Passo Nota - Passo Guil.
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