Il castello
di Villa-Challand è
un castello in rovina su
una collina che sovrasta
il paese di Challand-Saint-Victor in Val
d'Ayas, a breve
distanza da Verrès,
in una posizione che gli
permetteva il controllo
della strada che sale
lungo la valle; è uno
dei più antichi
castelli valdostani e
ricoprì un importante
ruolo nella storia della famiglia
Challant.
La
storia del castello ha
inizio nei primi anni
del XIII
secolo, quando il
conte Tommaso
I di Savoia donò
al visconte di Aosta Bosone
II il feudo
di Villa-Challand e gli
diede la possibilità di
edificarvi un castello,
forse sui ruderi di una
costruzione precedente.
Il
documento del 13 aprile
1200 che attesta la
donazione riporta:
(LA)
- «Thomas,
comes Maurianensis et in
Italia marchio,
concedimus dilecto
nostro Bosoni vice
comiti Augustensi
castrum de Villa in
feudum in augmentum sui
feudi ut in eo edificet
et castellet.»
(IT)
- «Tommaso,
conte di Moriana e
marchese in Italia,
concediamo al nostro
caro Bosone visconte di
Aosta il castello di
Villa nel feudo per
ingrandire il suo feudo
e in esso costruire un
castello.»
Da
quel momento Bosone e i
suoi discendenti
iniziarono a portare
l'appellativo “di
Challant” a indicare
la loro signoria. Il
castello fu in seguito
proprietà del visconte Gotofredo
I di Challant (nipote
di Bosone), come ricorda
in documento del 19
dicembre 1241, e di Aimone
III di Challant (fratello
di Gotofredo), per poi
passare al figlio di
Gotofredo Ebalo I.
Ebalo
I di Challant,
ricordato anche come
Ebalo Magno, ristrutturò
ed ingrandì il castello
e ne fece la sua
residenza favorita.
Mentre inizialmente il
maniero doveva avere la
struttura tipica dei
castelli primitivi, con
una torre a pianta
rettangolare di 5 metri
per 7 circondata da una
cinta muraria, Ebalo
fece allungare le mura a
nord e sud di 30 metri,
ingrandendo la corte e
potendo inserire nella
nuova zona ad est una
cappella ed un altro
edificio rettangolare di
11 metri per 6. Alfredo
D'Andrade quando
visitò il castello nel
1885 descrisse che la
cappella conteneva resti
di affreschi in parte
dipinti con accuratezza
ed in parte decorativi,
di cui ormai restano
solo alcuni frammenti.
Il
castello si trovava in
una posizione strategica
per il controllo della
strada che sale lungo la
Val d'Ayas, al tempo
importante via di
comunicazione con il Vallese,
e poteva comunicare
visivamente da una parte
con il fondovalle, dove
in seguito sarebbe stato
costruito il castello
di Verrès, e
dall'altra con la Torre
di Bonot all'ingresso
del vallone
di Dondeuil e
tramite essa con il castello
di Graines.
Alla
metà del XIV
secolo il
castello era protetto da
una guarnigione di
almeno quindici fanti.
In seguito esso fu
ulteriormente
ristrutturato e
fortificato da Caterina
di Challant intorno
al 1430 durante la lite
ereditaria che la vide
contrapposta al cugino Giacomo
di Challant Aymavilles per
l'eredità di Francesco
di Challant. Il
maniero fu al centro di
uno degli episodi della
contesa nel 1453, quando
alcuni commissari
incaricati dal duca
Ludovico di Savoia vi si
recarono intimando di
restituire il castello a
Margherita di Challant,
sorella di Caterina, ma
furono bersagliati di
pietre e dardi e
costretti alla fuga. In
quell'occasione sembra
che nel castello fossero
celati settanta
armigeri.
Dopo
la sconfitta di
Caterina, costretta a
cedere le sue terre al
cugino, per il castello
iniziò un periodo di
declino durante il quale
non fu più utilizzato e
venne probabilmente
usato come fonte di
materiale edile, come
forse aveva già fatto
anche Ibleto
di Challant durante
la costruzione del
castello di Verrès.
Del
castello restano solo
dei ruderi, non
accessibili per il
pericolo di crolli, tra
i quali si possono
riconoscere parte dei
muri perimetrali a due
piani, alcune finestre e
feritoie, i resti della
cisterna per l'acqua e
le tracce di alcuni
affreschi.


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