Castello di Saint Pierre
(Saint Pierre)

   

Una valle di natura, cultura e storia, ancora oggi la Valle d'Aosta si presenta ai nostri occhi come la videro, in un tempo lontanissimo, i suoi primitivi abitanti; una terra destinata a diventare punto di incontro fra la cultura centro europea e il mondo Mediterraneo ma soprattutto una terra di bellezza sconfinata, costellata da montagne altissime, ghiacciai spettacolari, parchi naturali di una pulizia ambientale assunta; una terra dove il sorriso e l'ospitalità sono ancora sacri; il cibo genuino e ricco di sapori antichi; le tradizioni custodite gelosamente; una terra, infine, ricca come poche, di storia, arte, cultura raffinata e antica.

Saint Pierre, una deliziosa cittadina adagiata sulla Dora Baltea, a due passi da Aosta. Un luogo di pace e bellezza, anch'esso ricco di storie e tradizioni, vissute in una natura splendente e pura, conservata e protetta come una vecchia amica.

L'occasione è data da un grande monumento, un'attrattiva visiva da cui nessun visitatore può prescindere; da qualunque direzione si giunga, infatti, l'occhio è attratto da un'immagine molto suggestiva. Dalla vallata emerge un meraviglioso castello, leggiadro e imprevedibile in una regione che pure di austeri manieri ne possiede a decine, le cui torri svettanti verso il cielo sembrano uscite dalla penna di un disegnatore di favole.

Innumerevoli furono le famiglie che se lo trasmisero, dagli originali De Sancto Petro, ai signori di Quart, ai duchi di Savoia, fino alla mitica famiglia Challant e ai Roncas che ne acquistarono l'intera proprietà all'inizio del 600, ampliandolo fino al 1873, quando l'ultimo proprietario Emanuele Bollati, decise di modificarne l'aspetto affidando i lavori all'architetto Camillo Boggio. Questi interpretò in maniera tutta personale i canoni estetici da applicare alla costruzione, aggiungendo al mastio le quattro torrette angolari che rendono il suo aspetto bizzarro ma certamente molto suggestivo.

Il castello di Saint Pierre, che attualmente è di proprietà dell'amministrazione comunale, resta una tappa obbligata per chi visita la regione. Al di là del suo aspetto estetico, infatti, esso racchiude uno dei più suggestivi e importanti musei della Valle d'Aosta, quello regionale di Scienze naturali. Le 9 sale espositive che illustrano i diversi aspetti dell'ambiente naturale della Valle d'Aosta, rappresentano un'utile panoramica introduttiva per chi intende immergersi realmente nel territorio valdostano attraverso le centinaia di escursioni che esso propone, ma anche una preziosa informazione e chi non ha tempo di approfondire le varie tematiche.

Il castello è oggi proprietà del comune di Saint-Pierre e dal 1985 ospita il Museo Regionale di Scienze Naturali.  

Il castello è arroccato su uno sperone roccioso che sovrasta la strada statale che collega Aosta con i paesi più a monte e domina l'abitato di Saint-Pierre.

Esternamente appare come un unico corpo di fabbrica di forma più o meno rettangolare, composto da più edifici costruiti in epoche diverse. Nel lato nord gli edifici sono a picco sullo sperone roccioso, mentre il lato sud si affaccia su un piccolo cortile circondato da una cinta muraria merlata. L'elemento che più risalta è il mastio centrale a pianta quadrata, che spicca per la sua altezza al centro del corpo di fabbrica principale. 

È sormontato agli angoli da quattro torrette decorative a pianta circolare collegate tra loro da un camminamento sorretto da una serie di archetti, aggiunte al castello durante il restauro di Camillo Boggio alla fine del XIX secolo.

Ai piedi del castello, addossata al lato meridionale dello sperone roccioso, si trova la chiesa parrocchiale di Saint-Pierre. L’edificio attuale è stato ricostruito nel 1872 sulle fondamenta di diverse chiese precedenti, la più antica delle quali risaliva a prima dell'anno mille.  

Tra la chiesa e il castello si trova l'antico campanile romanico risalente al XII secolo, costituito da una torre a pianta quadrata in pietra intonacata, sormontata da un tetto piramidale in pietra, che presenta aperture a bifora o a trifora in corrispondenza dell'alloggiamento delle campane e al piano inferiore.

Il primo museo di scienze naturali nacque nel 1905 come museo privato della Société de la Flore Valdôtaine grazie all'opera del canonico Pierre Luis Vescoz, dell'abate Joseph-Marie Henry e del botanico Lino Vaccari. Il museo fu ospitato nel corso degli anni in varie sedi, tra cui il castello Duca degli Abruzzi vicino ad Aosta, sede della Scuola Militare Alpini, e la ex cappella di St. Laurent sita di fronte alla collegiata di Sant'Orso ad Aosta, finché il comune di Saint Pierre offrì per l'esposizione le sale del castello. Il 1 giugno 1985 è stato così inaugurato al pubblico il Museo Regionale di Scienze Naturali nel castello di Saint Pierre.  

Elegante è la cosiddetta “sala del trono”, interessante per gli arredi originali e che, anche se non è utilizzata per l'esposizione permanente, ospita, durante il periodo estivo, mostre tematiche di carattere naturalistico e artistico.

La prima sala effettiva del museo è ricavata all'interno dell'antica scuderia; nella sezione mineralogica sono esposti i principali minerali presenti in Valle d'Aosta da quelli di maggiore effetto estetico ad altri meno appariscenti ma di uguale interesse scientifico. La stessa sala ospita alcuni esemplari appartenenti a specie animali estinte nel territorio della Valle d’Aosta: il gipeto, la lince, il gatto selvatico, il lupo e l’orso bruno. La loro scomparsa è dovuta sia alla distruzione degli ambienti naturali per essi vitali, sia alla caccia fatta in passato e attuata perché considerati animali nocivi. L’orso bruno, i cui ultimi esemplari sono presenti solo in Trentino e nel parco nazionale D'Abruzzo, è scomparso nella Valle d’Aosta nella seconda metà dell’800. L’esemplare esposto nel museo è stato invece ucciso a Morgex nel 1817.  

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Di grande particolarità è la sala osteologia, contenente innumerevoli crani di stambecchi; si tratta di reperti di animali morti per cause naturali e provenienti dal parco nazionale del Gran Paradiso. Questa collezione è la più importante a livello mondiale e, i pur numerosi reperti esposti, rappresentano solamente una piccola parte dell'intera raccolta. Nella sala si possono osservare crani di entrambi i sessi e delle diverse classi di età.

Due sale sono dedicate alla flora e alla vegetazione della regione. Numerose fotografie illustrano le specie più rappresentative inserite nel loro ambiente naturale; una sezione in particolare è dedicata alle piante più rare e preziose della Valle d'Aosta.

Una particolare caratteristica dell'esposizione è la ricostruzione di quattro specifici ambienti naturali della Valle d'Aosta, ogni teca ospita, inserite nel proprio paesaggio, specie animali e vegetali tipiche dell'habitat rappresentato. Gli ambienti descritti sono il bosco di pino silvestre, le sponde della Dora Baltea, le aride pendici xerotermiche e la prateria alpina nella stagione invernale, con alcuni suoi abitanti caratterizzati da particolari adattamenti mimetici.

Molto ricca è la sala dedicata agli uccelli suddivisa in due parti, la prima illustra gli aspetti della morfologia e della biologia di questi animali, la seconda mostra una rassegna di circa 170 specie presenti nella regione.

Nella sala successiva sono esposte numerose specie di mammiferi, dagli ungolati ai roditori e ai carnivori, dai lagomorfi ai chirotteri e agli insettivori.

La rassegna termina con la sala dedicata agli insetti, particolarmente ricche sono le collezioni di coleotteri e lepidotteri che, oltre ad esemplari presenti nella regione, comprendono anche specie presenti in altre zone delle Alpi.