Castello de l'Archet
(Morgex)
   
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Il castello di Morgex, situato nel cuore del borgo prende il nome dall'antica famiglia de l'Archet (in precedenza de Arculo) i quali erano originari di Aosta dove avevano adattato a loro residenza l'Arco d'Augusto, di epoca romana.

La torre centrale, alta 21 metri, costituisce il nucleo più antico del complesso architettonico: essa venne infatti eretta come presidio di fondovalle sulla via che conduce alla Francia intorno al 998 d.C. ed è dunque una delle più antiche della Valle d’Aosta.  

L’imponente donjon quadrangolare, che originariamente doveva sorgere isolato, fu inglobato asimmetricamente in una cinta muraria merlata, dotata di camminamento di ronda e di torretta di avvistamento. I collegamenti verticali e orizzontali erano garantiti da ballatoi e scale lignee, che permettevano l’accesso all’ingresso della torre, posto a oltre 7 metri d’altezza.  

Lo stemma araldico della famiglia De Arculo / De l’Archet è visibile sul piedritto di una finestra a crociera che si apre su Place de l’Archet. È a questa famiglia che si devono gli interventi residenziali realizzati contemporaneamente alla prima fase della cinta: si tratta di un grande salone di rappresentanza e di una torretta di avvistamento settentrionale, oltre ad ambienti di servizio posti sul lato occidentale.  

Importanti lavori di ingrandimento e di trasformazione dei volumi furono quindi effettuati tra il XIV e il XV secolo: la cinta muraria venne sopraelevata e furono trasformati l’accesso scalare e gli ingressi; gli spazi vuoti furono via via occupati da nuovi ambienti (a questa fase risale una cappella privata collegata ad un importante vano con resti di losanghe dipinte). Anche le aperture vennero modificate e sulle nuove porte e finestre fu inciso lo stemma di casa Savoia.

Nei secoli successivi il castello, nuovamente rimaneggiato, passò a diverse famiglie, fra le quali i Maillet e i Tillier di Morgex; nel 1889 il Comune di Morgex lo acquistò dai Gervasone. Da quel momento la Tour de l’Archet ha ospitato l’asilo infantile e le scuole elementari del paese, la latteria turnaria, il forno riservato agli abitanti del borgo, la sede della banda musicale e dei vigili del fuoco, l’alloggio delle suore di San Giuseppe, gli uffici della Pretura.

Alla fine degli anni Cinquanta la struttura venne chiusa al pubblico per il grave stato di incuria in cui versavano i locali. La Regione Valle d’Aosta, attuale proprietaria del monumento, ha avviato nella metà degli anni Ottanta le indagini archeologiche e l’importante lavoro di restauro conclusosi nell’estate 2010, in vista del trasferimento a Morgex del “Centro di studi storico-letterari Natalino Sapegno Onlus”.

La Fondazione intitolata al celebre studioso valdostano ha collocato nei piani alti della Tour de l’Archet la Biblioteca e l’Archivio Sapegno, oltre a diversi altri fondi librari e all’importante collezione di fumetti appartenuta a Demetrio Mafrica; il piano terreno del castello ospita invece l’Ufficio informazioni e la sede della Pro Loco di Morgex.

La tour de l'Archet presenta numerose analogie architettoniche con altre torri valdostane, come la tour de la Plantaz di Gressan e la tour de Ville di Arnad: le mura di spessore notevole (oltre 2 m), la struttura massiccia e la tecnica costruttiva, ossia l'uso di due paramenti con opera centrale a sacco. Lo studioso di castellologia valdostana André Zanotto ipotizza che una struttura più massiccia e perfezionata sia dovuta al fatto che tutte e tre le torri sorgono in posizioni pianeggianti, quindi senza difese naturali.